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Dopo un anno di presidenza Trump e un rally guidato dall’intelligenza artificiale, gli investitori continuano a interrogarsi sulla solidità del ciclo e sui rischi di una nuova ondata inflazionistica.
La nuova scommessa di Michael Burry
L’euforia per l’intelligenza artificiale sembra vivere un momento di esitazione. Dopo mesi di rally alimentato dalle aspettative di crescita, i titoli tecnologici hanno registrato un nuovo scossone. Il Nasdaq ha perso oltre il 2% nella seduta di ieri, spinto al ribasso anche dalla mossa di Michael Burry.
Il celebre investitore e capo dell’hedge fund Scion Asset Management, ha scommesso al ribasso su Nvidia e Palantir, convinto che il settore dell’IA sia sopravvalutato e vicino a una bolla speculativa. Pur riconoscendo i risultati finanziari brillanti delle due aziende, Burry ritiene che i loro multipli di mercato siano eccessivi e non sostenibili, evocando il clima che precedette la crisi dei mutui subprime del 2008.
La sua mossa ha generato forte volatilità: Palantir (NASDAQ:PLTR) ha perso circa l’8% e Nvidia (NASDAQ:NVDA) il 4% in una sola giornata, nonostante le trimestrali positive di soli pochi giorni fa, alimentando il dibattito sulla sostenibilità delle valutazioni e sulla crescente dipendenza del mercato dal mito dell’IA.
A rispondere a tono è intervenuto il CEO di Palantir, Alex Karp, che ha criticato pubblicamente Burry, definendo “irrazionale” scommettere contro aziende leader nell’IA e promettendo di festeggiare nel caso in cui Burry si sbagliasse.
Prima candelina alla Casa Bianca per il Tycoon
Donald Trump festeggia il primo anno del suo ritorno alla Casa Bianca. Nonostante il record di shutdown del governo e le tensioni politiche ancora aperte, i mercati hanno premiato il primo anno del suo mandato: azioni americane e globali in rialzo, petrolio al ribasso, dollaro più debole, boom del comparto difesa e un’Europa che beneficia indirettamente della spinta americana.
Tuttavia, sotto la superficie apparentemente positiva serpeggiano segnali di squilibrio. La Fed ha iniziato a tagliare i tassi nonostante un’inflazione di fondo risalita sopra il 3%, mentre dazi e politiche fiscali espansive rischiano di riaccendere pressioni sui prezzi nel prossimo futuro.
Il mercato sembra aver digerito il “fenomeno Trump”, ora è in attesa dell’”effetto Trump” nei prossimi mesi/anni. In altre parole, gli attori economici ora guardano non più al breve ma al medio-lungo termine degli effetti delle politiche messe in atto dal Tycoon a livello commerciale e geopolitico.
Il “fattore Trump”, insomma, sembra oggi più un rischio latente che una sorpresa imminente. La volatilità resta contenuta, ma il rialzo di oro e Bitcoin indica che una parte del mercato non si fida del tutto di questa apparente stabilità.
Investor toolkit
Tra entusiasmo tecnologico e politica americana, i mercati vivono una fase di fiducia fragile. È in momenti come questo che conviene ricordare che la razionalità, più della previsione, è la vera forma di difesa.
Rivalutare la propria pianificazione e confrontarsi con un consulente indipendente può aiutare a distinguere tra innovazione e illusione, mantenendo il timone saldo in un contesto ancora incerto.



