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I conti record del colosso AI evitano una correzione dei mercati, ma la Fed frena l’entusiasmo: cala la probabilità di un taglio a dicembre.
Nvidia rianima i mercati, mentre la Fed spegne le speranze sui tassi
La trimestrale di Nvidia ha riportato fiducia sui mercati finanziari in un momento di forte incertezza. L’azienda più grande al mondo e simbolo dell’intelligenza artificiale ha pubblicato risultati ancora una volta sorprendenti, superando le stime e nonostante le limitazioni sulla vendita dei chip in Cina. I ricavi restano importanti e i profitti superano addirittura l’intero fatturato dei suoi concorrenti storici (Intel e AMD). La reazione del mercato non si è fatta attendere: gli investitori hanno tirato un sospiro di sollievo e fatto salire il titolo del 5% in after hour. Pericolo di correzione del mercato, oltre il consolidamento avuto nei giorni scorsi, scongiurato per il momento.

Tuttavia, il ritrovato entusiasmo è stato frenato dal quadro monetario americano. Il ritardo sui dati dell’occupazione causati dallo shutdown impediscono alla Fed di valutare al meglio il quadro economico e l’auspicato taglio dei tassi da parte di Trump si fa più lontano. I verbali FOMC pubblicati ieri indicano che i membri non sono convinti di un taglio a dicembre, probabilità che si attesta intorno al 30% secondo il FedWatch. Il mercato accetta quindi la possibilità che il costo del denaro rimanga alto, condizionando la sostenibilità degli investimenti nell’AI e la crescita delle aziende che non dispongono della forza finanziaria di colossi come Alphabet o Nvidia. Il vero test ora sarà capire se l’intero ecosistema dell’intelligenza artificiale potrà beneficiare del flusso di capitali, o se resterà un rally concentrato su pochi giganti.
Il ritorno del dollaro
Il cambio di aspettative sui tassi non sta influenzando solo i mercati azionari, ma sta rimettendo in moto anche il dollaro. Dopo un anno di debolezza, funzionale alla retorica trumpiana e al tentativo di sostenere la competitività delle esportazioni americane, il biglietto verde ha cambiato direzione in forza di un trend rialzista iniziato verso fine settembre, periodo in cui iniziava lo shutdown del governo.
La revisione delle probabilità di un taglio dei tassi ha spinto il DXY, l’indice che misura la forza del dollaro rispetto a un paniere valute principali, a superare quota 100 punti, livello tenuto saldamente fino al Liberation Day. Significativa in aggiunta è che l’indice abbia chiuso sopra la media mobile a 200 periodi, un segnale tecnico di rilievo, che potrebbe preludere a una fase di rafforzamento strutturale del dollaro, o quasi. Vediamo perché.

L’assenza temporanea di nuovi dati macroeconomici statunitensi, in particolare sul fronte occupazionale, e una Federal Reserve che continua a lasciare aperte tutte le opzioni sul da farsi rafforzano la dinamica positiva del dollaro. Ecco che in un contesto di consolidamento delle performance e incertezza direzionale, molti investitori scelgono di rifugiarsi nell’asset percepito come più sicuro al mondo: la liquidità in dollari. In assenza di certezze, il dollaro torna a essere il porto franco in attesa di maggiore chiarezza.
Investor toolkit
Anche quando un singolo titolo catalizza l’attenzione, come Nvidia, è la struttura economica di fondo a guidare i mercati. L’investitore consapevole evita di inseguire l’entusiasmo del momento e valuta se il proprio portafoglio è coerente con scenari di crescita ma anche di tassi elevati più a lungo del previsto.
Un confronto con un consulente indipendente aiuta a farlo con metodo e senza inseguire le mode del mercato.



