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Michael Burry, l’investitore diventato celebre per aver scommesso (e guadagnato miliardi!) sul crollo del mercato nel 2008, ha ufficialmente deregistrato dalla SEC il suo fondo Scion Asset Management.
Ma perché dovrebbe suscitare tanto clamore ciò che fa un “tizio che una volta ci ha azzeccato”? Il più famoso shorter degli ultimi tempi continua a godere di un ampio seguito sul web, e ogni volta che condivide il suo punto di vista sui mercati attira inevitabilmente l’attenzione.
Un’attenzione che cresce soprattutto quando in gioco ci sono milioni puntati su titoli caldi e quando si porta avanti una narrativa controcorrente: quella contro il settore dell’IA, che sta guidando le performance dei mercati negli ultimi mesi.
Sono settimane infatti che Burry posta su X, spesso in maniera criptica, ribadendo il suo pensiero sulle valutazioni eccessive dell’IA e dichiarando di aver acquistato opzioni PUT su Nvidia e Palantir, due tra i titoli più forti del momento.
Ma perché ci affascina così tanto qualcuno che, apparentemente, scommette contro il mercato?
Perché c’è sempre chi è posizionato dall’altro lato della scommessa o è rimasto fuori dal mercato per altri motivi (per scelta? paura? non comprensione del fenomeno?).
Molti investitori sono rimasti a guardare mentre il settore IA esplodeva negli ultimi anni e ora provano sollievo nel sapere che ci sono voci autorevoli che pensano che la festa stia per finire.
Chi invece ha creduto fortemente nel fenomeno sta pensando di consolidare i profitti e si chiede fino a quando sarà “bel tempo” sui mercati.
Il risultato? Tutti, in un modo o nell’altro, si stanno chiedendo se ci troviamo all’interno di una bolla.
I dati, per ora, non danno certezze, anche se si assiste a valutazioni e multipli elevati nel settore IA da rendere troppo fragili le fondamenta su cui si basano le aspettative future dei flussi di cassa per certi player del mercato.
Quindi, che lezione dovrebbe portare a casa l’investitore consapevole?
Non serve inseguire ogni moda (quelle vanno e vengono) né affidarsi agli oracoli (che a volte ci prendono, a volte no), ma avere sempre un piano preciso che si basa su processo di investimento solido e coerente con i propri obiettivi.
Perché quando si ha un piano, ogni notizia diventa solo rumore di fondo. E in questo modo il patrimonio non dipende da chi urla più forte, né dal trend del momento o da personali intuizioni, ma da un metodo chiaro che non lascia spazio a dubbi.
